TRATTO DA "LO SPAZIO DELL'OPERA D'ARTE" in "TEORIA DEL RESTAURO" - CESARE BRANDI
pubblicata da GIARDINO DI PALAZZO DEL FRANCO il giorno martedì 12 gennaio 2010 alle ore 20.10
Il primo intervento che noi dovremo considerare, non sarà quello diretto sulla materia stessa dell'opera, ma quello volto ad assicurare le condizioni necessarie a che la spazialità dell'opera non sia ostacolata al suo affermarsi entro lo spazio fisico dell'esistenza.
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Attaccare un quadro ad una parete, togliergli o mettergli una cornice; mettere o levare un piedistallo ad una statua, toglierla dal suo posto o creargliene uno nuovo; aprire uno spiazzo o un largo ad un'architettura, addirittura smontarla e rimontarla altrove; ecco altrettante operazioni che si pongono come altrettanti atti di restauro, e naturalmente non solo come atti positivi, anzi, il più delle volte, decisamente negativi, come quelli contrassegnati dallo smontaggio e rimontaggio in altro luogo di un'architettura.
(Capitolo 7 "Lo spazio dell'Opera d'arte" in "Teoria del restauro" di C. Brandi.
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